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Spunti e considerazioni dal Convegno del 24 febbraio 2012 su scientificità, qualità e professionalità della Naturopatia.   Leave a comment

Presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati ho assistito con interesse e piacere al convegno in oggetto organizzato dall’Eu.Na.M., Istituto di formazione in Medicina Naturale e Naturopatia (www.eunam.eu) che ha tra i suoi compiti quello di stimolare e rendere uniformi i parametri e i criteri di studio e materie per una adeguata, consona e riconosciuta preparazione alla professione di Naturopata.

Tutti gli interventi degli autorevoli relatori sono stati seguiti con vivo interesse e partecipazione dai numerosi convenuti che hanno letteralmente riempito la Sala, in quanto sono stati esplicitati importanti aggiornamenti sia sulle basi scientifiche della Naturopatia,  sia sulla situazione riguardante il cammino percorso e da percorrere per il riconoscimento ufficiale di questa figura professionale in ambito legislativo e sanitario.

Tonella Doro, Presidentessa di Naturaliter (www.naturaliter.org), l’Associazione di categoria dei Naturopati, ha introdotto il programma del convegno motivandone lo scopo principale che è quello di informare sul lavoro sinora svolto per stimolare a rendere qualitativamente alto e omogeneo  il profilo professionale del Naturopata attraverso un adeguato e uniforme sistema di garanzie sia scientifiche che normative, in un mercato dove vengono richieste opportune e valide competenze professionali sia a livello Europeo che Italiano per poter svolgere con riconosciute capacità la propria professione.

Iniziamo dalla scientificità: il professor Lucio Birello, Direttore Scientifico di EU.NA.M., dopo un’ampia esposizione sulle genesi storiche, geografiche e sulla filosofia di approccio della Medicina Naturale nei tre originari e più importanti filoni conosciuti, ovvero quello Indiano, quello Cinese e quello Occidentale (derivante principalmente da Ippocrate), ha fatto notare come nel nostro mondo Occidentale, a causa dello sviluppo della Scienza Galileiana e dei suoi metodi logici di sperimentazione, ripetitività e prevedibilità verificabile da cui soprattutto son nate la Chimica e la Fisica come noi le conosciamo oggi, la medicina naturale e la Naturopatia hanno avuto in questi ultimi 3 secoli un periodo di scarso e minore riconoscimento di efficacia terapeutica, a parte l’approccio Omeopatico di Hannemahn nel diciottesimo secolo, in quanto i notevoli contributi della Fisica in campo diagnostico e della Chimica in campo farmacologico hanno conformato il campo di attuazione ufficiale della cosiddetta Medicina Accademica e Allopatica, dando l’illusione che le malattie potessero essere sconfitte definitivamente dalla ricerca scientifica medica sviluppatasi attraverso questi due settori.

In realtà la Medicina Accademica che ha mutuato questi metodi scientifici e si è avvalsa dei progressi di queste due Scienze, pur ottenendo rilevantissimi risultati di successo nel campo della cura di moltissime malattie soprattutto nel secolo passato, ha avuto anche ultimamente parecchie battute d’arresto dovute al fatto che i suoi strumenti di intervento agiscono solo e quasi esclusivamente sul corpo fisico dell’Uomo, provocandone fra l’altro in molti casi anche effetti iatrogeni e dannosi senz’altro non riconducibili a stati di benessere psicofisico.

In concomitanza si è notato che alcuni metodi che la Naturopatia e la cosiddetta Medicina Naturale ha assimilato rivolgendosi ultimamente anche a discipline salutistiche Orientali maggiormente olistiche riguardo l’interezza del complesso sistema uomo inteso non solo per il suo corpo fisico, ma anche per le sue uniche prerogative emotive, psichiche e spirituali, hanno ottenuto ottimi risultati nel campo del ripristino e mantenimento di salute e benessere nella loro più ampia accezione dei termini stimolando funzioni di omeostasi e di autoguarigione propri, naturali e insiti negli esseri umani.

Secondo la Scienza Medica Accademica alcuni di questi risultati son stati definiti e relegati, a volte con presupponenza, a semplici effetti Placebo, ma l’effetto placebo è semplicemente qualcosa che la scienza medica chimico/fisica ancora non sa spiegare, verificare e controllare razionalisticamente, mentre è proprio qui e sui meccanismi alla base di questo effetto, tra cui senz’altro la suggestione, che si devono aprire ulteriori vie di studio e di ricerca che sono alla base della scientificità dell’approccio Naturopatico ed in generale delle Medicine Naturali!

Lo scienziato clinico usa il placebo come strumento di ricerca per verificare l’efficacia terapeutica di un farmaco o di altri trattamenti, e nonostante si constati spesso che un placebo ha una percentuale di efficacia nelle cure pari se non a volte superiore a cure farmacologiche, di rado è preso dall’aspirazione allo studio dell’effetto placebo come oggetto specifico di ricerca meritevole di attenzione, e quindi di convertirlo in metodo terapeutico reale, accertabile ed attuabile: una delle cause di questa carenza è dovuta ad una sorta di “pregiudizio” scientifico per cui un effetto viene interpretato sempre in maniera monocausale e deterministica, restringendo, se non addirittura chiudendo, i margini per diverse e forse multiple concause che meglio si adatterebbero a caratterizzare e spiegare i fenomeni di guarigione di un essere umano.

C’è da aggiungere che l’ambito proprio della Naturopatia è la cura della Salute, della salute integralmente intesa, non la cura delle malattie, per cui i parametri della ricerca e della verificabilità scientifica tradizionale non sono qui applicabili con le stesse modalità che si utilizzano in farmacologia e/o diagnostica strumentale, anche se alcune interrelazioni sono valutabili e possono esserne di sostegno.

Insomma la Medicina Naturale oggi rileva e va a integrare quelle mancanze proprie della Medicina Accademica, per cui è nella reciproca interrelazione ed integrazione dei due tipi di metodologie che si va a strutturare un nuovo modello di intervento terapeutico e salutistico maggiormente efficace e completo: come dice il professor Birello al termine della sua appassionata ed equilibrata prolusione: “l’obiettivo della Medicina Umana è portare la felicità, non solo eliminare il dolore”.

Dopo questo brillante escursus sulla scientificità della Medicina Naturale è intervenuto il prof. Giorgio Berloffa presidente di CNA Professioni (di cui è membro effettivo l’Associazione di Categoria professionale dei Naturopati “Naturaliter”) CNA-PROFESSIONI , e presidente della Commissione UNI “Attività professioni non regolamentate” sul tema della qualificazione professionale, ribadendo che è necessario valicare e normare un “sistema professionale secondo i principi della conoscenza e della formazione a cui devono uniformarsi tutti i soggetti del mercato” in maniera pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione Europea per le professioni non regolamentate, quelle attualmente senza albi od ordini professionali. E’ attualmente all’esame della Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati la proposta di legge “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi”, di cui è stata richiesta al Parlamento da Cna Professioni e Uni-Ente nazionale italiano di unificazione/normazione (http://www.uni.com/)  l’approvazione anche in occasione del convegno ‘Professioni non regolamentate: un appello alla trasparenza’, tenutosi a Roma lo scorso 14 febbraio.

Oltre alla necessaria normazione, il Prof. Giancarlo Colferai presidente dell’IPC (Associazione Internazionale per la Certificazione del Personale:  www.ipcaweb.org ), intervenendo successivamente al prof. Berloffa, sul tema delle certificazioni riconosciute internazionalmente ha asserito che è pure fondamentale e plausibile una forma di certificazione e accreditamento della professionalità valutata da una terza parte indipendente, secondo regole prefissate, che attesti che una determinata persona possiede i requisiti necessari e sufficienti per operare con competenza e professionalità in un determinato settore di attività in un mercato regolamentato.

A corollario di questi intrinsecamente collegati interventi aventi come argomento centrale la figura professionale del Naturopata, il prof. Massimo Scalia docente di Fisica Matematica presso l’Università della Sapienza di Roma, di ritorno da una conferenza scientifica Internazionale sull’ambiente, ha chiesto e ottenuto di cambiare argomento (comunque in parte interrelato alla Naturopatia) per parlare di energia e cambiamenti climatici e soprattutto per rivolgere un appello ai presenti sulla gravità della situazione ambientale del nostro pianeta emersa proprio nella conferenza da lui presenziata, che così provo a sintetizzare: i gas serra (CO2, CFC, Ozono, metano etc.) visto soprattutto l’incremento esponenziale della loro produzione da parte della Cina e degli USA in questi ultimi anni, non riescono più ad uscire dall’atmosfera Terrestre provocando un surriscaldamento globale (global warming) che può essere sul punto di non ritorno destabilizzando in maniera definitiva non solo le condizioni climatiche, ma tutto l’ecumene terrestre a cominciare dal sollevamento del livello degli Oceani e dei mari per lo scioglimento dei ghiacciai Artici ed Antartici, provocando l’immersione di notevoli porzioni di Terre emerse (Venezia compresa!), zanzare ed altri animali che salgono a livelli di altitudine maggiore, nonché per finire provocando mutazioni genetiche nella maggior parte degli esseri, umani compresi. Il prof. Scalia precisa che l’Unione Europea, compresa la gravità della situazione, ha già fissato grazie soprattutto alla mediazione dell’allora presidente della CommissioneUE,  Angela Merkel, il “decalogo” per conseguire il 20% di risparmio energetico entro il 2020, ha fissato negli ormai famosi tre 20% gli obiettivi energetici al 2020 per far fronte ai cambiamenti climatici: risparmio del 20% di energia in virtù dell’aumento dell’efficienza, 20% di riduzione della CO2 e 20% di fonti rinnovabili per la copertura dell’intero fabbisogno energetico della UE, non della sola quota elettrica (che è solo un terzo del fabbisogno complessivo). Sempre Massimo Scalia  ribadisce che”la comprensione scientifica dei mutamenti climatici è ora sufficientemente chiara per motivare i Paesi a intraprendere azioni immediate…”.

Questi cambiamenti è possibile che si verifichino non gradualmente, ma subitaneamente in quanto l’elemento forzante del surriscaldamento terrestre negli ultimi 50 anni ha fatto innalzare la temperatura come mai era successo nei 5000 anni precedenti. Per una comprensione maggiore e più sicura di quanto espresso dal prof. Scalia rimando al suo stesso documento presente in internet: http://www.archimedeambiente.it/SOS%20Relazioni/Nuovo_Paradigma.pdf .

Grazie al prof. Scalia per il suo accurato, documentato ed appassionato intervento, che serve anche a noi Naturopati in quanto dobbiamo conoscere cosa avviene nel macrocosmo per comprendere quanto avviene nel microcosmo, e comunque anche tutti noi abitanti della Terra dobbiamo fare la nostra parte per salvare non solo le nostre vite e le vite dei nostri figli, ma il nostro intero Pianeta, iniziando a consumare più consapevolmente ed a ridurre i dispendi energetici.